sabato 19 aprile 2014

Le capitali della Provenza e del Rodano: Marsiglia e Lione

Ciao ragazzi, oggi vi lascio davvero in ottima compagnia! Il mio amico Matteo, oltre ad essere un amante della storia, è anche uno studente di architettura, e dopo aver letto il suo diario di viaggio, capirete anche voi quanto sia appassionato e quanto ami quello che studia! Continua così Matteo! E buona lettura a tutti! 

Cos’è l’elemento basilare per uno studente di architettura? L’architettura stessa. L’architettura va vista, va guardata e soprattutto va toccata.
Io sono uno studente di Ingegneria Edile-Architettura e al terzo anno del mio percorso di studi mi si è presentata l’occasione di fare tutte queste cose…quella che si può definire un’offerta che non puoi rifiutare!

Il viaggio consiste in due tappe principali, le città di Marsiglia e Lione.

Giorno 1

Prima di arrivare a Marsiglia, ci siamo fermati a Mentone, al confine tra Francia e Italia, per visitare il museo Jean Cocteau.
L’edificio non passa inosservato e attira subito l’attenzione, grazie a una struttura esterna particolare (un esoscheletro in cemento armato bianco dalle forme sinuose), mentre  all’interno l’edificio vero e proprio è costituito un prisma in vetro e acciaio.
Dopo Mentone si è proseguito alla volta di Marsiglia, dove abbiamo visitato la famosa Unitè d’Habitation, un must per qualsiasi studente di architettura o ingegneria.


L’edificio è probabilmente uno dei più famosi progetti realizzati dell’architetto Le Corbusier; prevalentemente in cemento armato, è l’espressione della durezza e del brutalismo dell’architetto svizzero.
Durante la serata, abbiamo potuto goderci Marsiglia, lungo le sue vie strette con ai lati edifici alti in pietra.

Giorno 2

La parte più interessante è l’area del porto, dove si trova la Tettoia di Norman Foster, (un elemento di copertura sorretto da esili pilastri, interamente rivestito di acciaio inox) è stata concepita per invertire il punto di vista dei visitatori; infatti il passante si vede riflesso sul soffitto e vi è una deformazione della realtà.



L’area del porto è stata riqualificata e recuperata negli ultimi anni valorizzando molti edifici industriali che vi sorgono.
Abbiamo costeggiato il porto da sud a nord in senso antiorario percorrendo la Quai du Port fino a Fort Saint Jean che domina l’ingresso marittimo al porto. La fortezza è diventata lo snodo centrale di una passerella sopraelevata che collega il centro abitato situato a est del forte e l’edificio di nuova costruzione MUCEM. 



Il MUCEM (Musèe de Civilisations de l’Europe et de la Mèditerranèe) è un edificio ideato per esposizioni, incontri, cinema, teatro, feste ed è stato progettato da Rudy Ricciotti; è sostanzialmente un parallelepipedo ma l’elemento importante è il rivestimento esterno traforato.
Adiacente a questo si può trovare la Villa Mèditerranèe progettato da Stefano Boeri; si tratta di un edificio polifunzionale caratterizzato da un grande aggetto che mette in contatto terra e mare, infatti il tema del progetto è proprio il mare, nello specifico la piazza d’acqua.


Proseguendo lungo il cammino e tenendo sulla nostra destra la cattedrale di Marsiglia, abbiamo raggiunto l’Hangar J1, un capannone industriale del porto che è stato convertito a spazio esposizioni.
Più a nord si trova l’area dei docks dove abbiamo visitato nell’ordine: Frac di Kengo Kuma, i Docks e i CMA CGM Headquarters di Zaha Hadid.
Il Frac (Fonds Règional d’Art Contemporain) è particolare per il suo rivestimento, costituito da pannelli di vetro bianco fissati alla parete esterna con angolazioni diverse.
I Docks sono stati oggetto di un intervento di trasformazione urbana, su progetto del gruppo di architetti italiani, che mirava ad unificare le due anime di Marsiglia, quella urbana e quella dell’acqua.


Il blocco di edifici risalenti all’Ottocento fa da collante tra il vecchio e il nuovo; le quattro corti interne adibite ad uso commerciale, artistico e culturale sono delle pause lungo un cammino longitudinale.
Superati i Docks ci siamo trovati di fronte la torre dei CMA CGM Headquarters di Zaha Hadid; l’edificio presenta una struttura metallica ad arco alla base che si restringe salendo di quota. La torre è alta 143m e ha rivoluzionato lo skyline della città, diventando un vero e proprio landmark dell’area.
Dopo cena abbiamo partecipato alla movida della città che ci ha portato a visitare luoghi come il palazzo di giustizia e soprattutto Place de la Prefecture, che consiglio vivamente per i giochi d’acqua e di luce della fontana presente nella piazza.



Giorno 3

Il terzo giorno ci siamo spostati verso nord ovest, diretti a Nimes. Alle porte del comune si trova il Nemausus 1, un edificio progettato da Jean Nouvel nel 1985.
Il Nemausus 1 è un insediamento residenziale che ospita 114 alloggi, realizzato con materiali metallici; l’idea di Jean Nouvel era di progettare un architettura che fosse flessibile, infatti gli spazi di servizio sono stati ridotti al minimo per garantire una maggior comodità di utilizzo dei vari ambienti. La distribuzione agli alloggi avviene per mezzo di ballatoi e l’edificio si sviluppa su 3 livelli o piani.
Tappa successiva è stato il centro di Nimes, dove abbiamo percorso Avenue Feuchères dalla stazione ferroviaria all’anfiteatro romano, proseguendo poi per Boulevard Victor Hugo fino al Carrè d’Art.
Nimes è una città di origine romana, lo testimoniano l’Anfiteatro, l’Acquedotto e il Tempio di Augusto e Livia.


Proprio con questo tempio ha deciso di dialogare l’architetto britannico Norman Foster quando ha progettato e realizzato nel 1993 il Carrè d’Art.
L’edificio progettato da Foster ospita un museo di arte contemporanea e una biblioteca mediatica; le sue linee rette e il pronao presente sulla parte anteriore gli permettono di rapportarsi al vecchio tempio romano, la differenza è nei materiali che sono moderni (vetro, acciaio e calcestruzzo armato).
La tappa successiva era a nord, la città di Lione.
Raggiunta la città in tarda sera, dopo aver depositato il bagaglio in albergo, per l’ora di cena è iniziata l’avventura verso il centro.
Lione, capitale della regione Rhone-Alpes, è una città molto ricca e dal punto di vista architettonico è una tappa molto interessante.
Vivere la città di notte è un’esperienza unica, è accogliente, luminosa e attraente allo stesso tempo; l’architettura prevalente è quella risalente alla seconda metà dell’Ottocento (edifici in pietra, molto simili tra loro, che presentano un piano terra con destinazione commerciale, piani superiori adibito ad abitazione e infine tetto a mansarda)… Sembra di essere a Parigi!!.
Per muoversi in città è necessario attraversare i ponti sul Rodano; è interessante vedere come la vita delle persone non si sia sviluppata solo sulla terraferma ma anche sul fiume, infatti sono ormeggiati molti barconi ad uso d’abitazione.
Ma la cosa più piacevole della città è la sua atmosfera accogliente, le sue vie strette e illuminate dalle vetrine dei negozi, perfetto per un dipinto!
Consiglio assolutamente di visitare la Chiesa di Saint Nizier e l’Opèra, oggetto di un intervento progettuale di Jean Nouvel tra il 1986 e il 1993 che ha portato alla fusione tra un corpo risalente al diciottesimo secolo in stile neoclassico e una copertura costituita da una volta a botte in vetro che di notte pulsa di luce rossa.



Giorno 4

Dopo essere ritornati all’Opèra per fotografarla e vederla anche durante il giorno ci siamo diretti verso l’area denominata La Confluance, situata alla confluenza tra i fiumi Rodano e Saona.
Quest’area è stata oggetto di una riqualificazione urbana che ha portato alla realizzazione di un quartiere basandosi su concetti come lo sviluppo sostenibile, edifici a energia zero e tecnologie rinnovabili. A La Confluance si ha la fusione tra il vecchio e il nuovo, tra le ex aree industriali e le aree residenziali, un connubio riuscito alla perfezione.


Le architetture presenti sono molte e tra queste possiamo trovare il Cube Orange, il Monolite, l’Ilot P; il masterplan è stato realizzato dagli architetti svizzeri Herzog e De Meuron insieme al paesaggista Michel Desvigne.


Il quartiere offre diverse aree verdi in perfetta sintonia con i volumi degli edifici; le forme di questi ultimi sono originali e conquistano subito l’occhio del visitatore, i materiali di rivestimento utilizzati sono diversi, dal vetro ai materiali plastici, e tutti di colori differenti il che rende quest’area particolarmente accattivante anche a livello cromatico.
Terminato questo giro l’ultima tappa è stata la stazione Gare de Lyon progettata da Santiago Calatrava.


Qualsiasi parola detta a proposito di questa architettura non sarebbe sufficiente a descrivere l’emozione provata nel vederla con i propri occhi e nel visitarla. Calatrava ha dato alla stazione la forma della cavità oculare, ed è stata realizzata principalmente in calcestruzzo armato e acciaio.
Entrando all’interno le forme coinvolgono il visitatore in questo gioco di armonie di curve, le rampe di scale attirano magicamente gli utenti e i lunghi corridoi, formati da elementi strutturali il sequenza, sembrano scandire ogni nostro movimento.
Lasciato questo masterpiece di architettura è iniziato il viaggio di ritorno.

Ripensando a quei momenti vissuti in Francia diventa sempre più chiaro ai miei occhi come sia stato possibile, dandone merito ai fautori, accostare il passato al presente; la cosa che mi ha colpito di più è stata questa capacità di rinnovarsi pur rimanendo legati alle tradizioni.
Consiglio questo percorso non solo ad ogni studente di architettura o ingegneria ma a tutti; Marsiglia, Lione e tutti i luoghi precedentemente citati sono carichi di atmosfere ed emozioni, che ogni appassionato del viaggio vorrebbe vivere.

BON VOYAGE!!


Matteo Sordi


The capitals of the Rhone and Provence: Marseille and Lyon

Hello guys, today I leave you in really good company! My friend Matteo, in addition to being a lover of history, is also an architecture student, and after reading his diar, you will also understand how passionate and how much he loves what he studys! Keep it up Matteo! And good reading!

What is the basic element for an architecture student? The architecture itself. The architecture must be seen and above all must be touched.
I am a student of Engineering and Architecture, and in the third year of my studies I had the opportunity to do all these things ... that you can define an offer you can not refuse!

The trip consists of two main stages, the cities of Marseille and Lyon.

Day 1

Before arriving in Marseille, we stopped in Menton, on the border between France and Italy, to visit the museum Jean Cocteau.
The building does not go unnoticed and immediately attracts attention, thanks to a particular external structure (a sinuous exoskeleton with white concrete), while inside, the building itself consists of a prism of glass and steel.
After Menton, the trip has continued to Marseilles, where we visited the famous Unité d' Habitation, a must for any student of architecture or engineering.
The building is probably one of the most famous projects of the architect Le Corbusier; mainly in reinforced concrete, it is the expression of the hardness and the brutalism of the Swiss architect.
During the evening, we could enjoy Marseille, along its narrow streets flanked by tall buildings in stone.

Day 2

The most interesting part is the area of the port, where the canopy of Norman Foster (a cover supported by slender pillars entirely covered with stainless steel) is designed to reverse the point of view of visitors; in fact, the passer-by is seen reflected on the ceiling and there is a distortion of reality.
The harbor area has been redeveloped and restored in recent years, highlighting many industrial buildings.
We skirted the harbor from south to north counterclockwise along the Quai du Port to Fort Saint Jean, that overlooks the sea entrance to the harbor. The fortress has become the central hub of an elevated walkway that connects the town situated to the east of the fort and the new building MUCEM.
The MUCEM (Musée de Civilisations de l'Europe et de la Méditerranée) is a building designed for exhibitions, meetings, cinema, theater, festivals, and was designed by Rudy Ricciotti; it is basically a box, but the important element is the outer covering perforated.
Next to this, you can find the Villa Mèditerranèe, designed by Stefano Boeri; it is a multi-purpose building, characterized by a large overhang that connects land and sea, in fact, the theme of the project is the sea, in particular the place of water.
Continuing along the path and taking the cathedral of Marseilles on our right, we reached the Hangar J1, an industrial harbor that has been converted to exhibition space.
Further north, there is the area of the docks, where we visited in order: Frac Kengo Kuma, the Docks and the CMA CGM Headquarters by Zaha Hadid.
The FRAC (Fonds Régional d'Art Contemporain) is special for its coating, consisting of white glass panels fixed to the outer wall at different angles.
The Docks were the object of an urban transformation project of the group of Italian architects, who sought to unify the two souls of Marseille, the urban one and the water one.
The block of buildings dating back to the nineteenth century ago, as the glue between the old and the new; the four inner courtyards with commercial, cultural and artistic scopes, break along a longitudinal path.
Past the Docks, we found ourselves in front of the tower of the CMA CGM Headquarters by Zaha Hadid; the building has an arched metal structure at the base that narrows going high. The tower is 143m high and has revolutionized the skyline of the city, becoming a true landmark of the area.
After dinner we attended the nightlife of the city that brought us to visit places like the courthouse and especially the Place de la Prefecture, which I highly recommend for the waterworks and light the fountain in the square.


Day 3

On the third day we moved to the northwest, direct to Nimes. At the gates of the town there is the Nemausus 1, a building designed by Jean Nouvel in 1985.
The Nemausus 1 is a residential development that houses 114 apartments, made with metal materials; the idea of ​​Jean Nouvel was to design an architecture that was flexible, in fact the service areas were reduced to a minimum to ensure greater ease of use of the various rooms. The distribution of housing is by means of galleries and the building is spread over 3 levels or floors.
The next stop was the center of Nimes, where we have come Avenue Feuchères from the train station to the Roman amphitheater, and then along Boulevard Victor Hugo to the Carré d'Art .
Nimes is a city of Roman origin, as evidenced by the amphitheater, the aqueduct and the Temple of Augustus and Livia.
It was with this temple that the British architect Norman Foster has decided to talk to, when he designed and built in 1993, the Carré d'Art.
The building designed by Foster houses a museum of contemporary art and a media library; its straight lines and the porch on the front allow him to relate to the old Roman temple, the difference is in the materials that are modern ( glass, steel and concrete).
The next stop was to the north, the city of Lyon.
Reached the city late in the evening, after depositing the luggage in the hotel, for the dinner hour is begun the adventure towards the center.
Lyon, the capital of the Rhone-Alpes region, is a very rich city and from the architectural point of view, it is a very interesting stage.
Experience the city at night is a unique experience, it's cozy, bright and attractive at the same time; the architecture prevalent is that from the second half of the nineteenth century (stone buildings, very similar to each other, which have a ground floor for commercial use, the upper floors used to house and finally a mansard roof ) ... It seems to be in Paris !
To get around the city you need to cross the bridge over the Rhone, it is interesting to see how people's lives will not be developed only on land but also on the river, in fact, many boats are moored for use of habitation.
But the most enjoyable part of the city is its friendly atmosphere, its narrow streets and lighted by windows of shops, perfect for a painting!
I absolutely recommend to visit the Church of Saint Nizier and the Opéra, the subject of a planning intervention of Jean Nouvel between 1986 and 1993, that led to the merger of a body dating back to the eighteenth century in neoclassical style and a roof that during the night it will blink red.

Day 4

After returning to photograph the Opéra and see it during the day, we headed towards the area known as La Confluance, located at the confluence of the Rhone and Saone rivers.
This area has been the subject of an urban redevelopment that led to the creation of a district based on concepts such as sustainable development, zero energy buildings and renewable technologies. A La Confluance you have the fusion between the old and the new, between the former industrial areas and residential areas, a successful and perfect combination.
The architectures present are many and among them we can find the Orange Cube, the Monolith, the Ilot P; the masterplan has been designed by the Swiss architects Herzog and De Meuron along with landscape architect Michel Desvigne.
The neighborhood offers several parks in perfect harmony with the volumes of the buildings; theirs forms are original and immediately win the visitor's eye, the coating materials used are different, from glass to plastic materials, and they are all of the different colors that make this area particularly attractive also to chromatic level.
After this tour, the last stop was the Gare de Lyon designed by Santiago Calatrava.
Any word spoken about this architecture is not sufficient to describe the emotion I felt in seeing with their own eyes and in the visit. Calatrava gave the station the shape of the eye socket, and was made primarily of reinforced concrete and steel.
Entering, the forms involve the visitor in this game harmonies of curves, ramps, stairs magically attract users and long corridors, formed by structural elements of the sequence, seem to mark our every move.
Let this masterpiece of architecture,  the return trip began.

Looking back on those moments lived in France, it becomes more and more clear to me how it was possible, giving merit to the supporters, to approach the past to the present; the thing that struck me the most was this ability to innovate while remaining tied to traditions.
I recommend this route not only to every student of architecture or engineering, but to all; Marseille, Lyon and all the places mentioned above are full of atmospheres and emotions, that every fan would want to experience the trip .

BON VOYAGE !

Matteo Sordi 

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